ghostingLe cose sembrano andare bene. Mi racconta una paziente, la chiamiamo Sara, e continua “usciamo, ci mettiamo d’accordo su cosa fare il weekend, mi scrive dei messaggi durante il giorno, insomma i segnali vanno nella direzione per cui penso che gli piace uscire con me”. Questo per qualche settimana. Poi niente, una sera, prosegue Sara, non mi risponde a un messaggio dove gli chiedevo se ci saremmo visti il giorno dopo. E così continua, non risponde. Da qui niente, sparito.

Sparire nel nulla lascia l’altra persona in uno stato irrisolto

Sparire nel nulla è quello che viene chiamato ghosting. Capita nelle relazione sentimentali, nelle amicizie, nei rapporti di lavoro. Capita tutte le volte in cui una persona su cui avevamo messo un po’ di fiducia e di aspettativa sparisce senza spiegazioni. È un modo per affrontare la fine di una relazione.

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ghostingSi sparisce senza dare spiegazioni, senza dare più notizia di sé, lasciando chi riceve questo comportamento in uno stato di disorientamento, incomprensione e spesso angoscia in preda a domande, a dubbi che non riescono a trovare una risposta alimentando così uno stato di incertezza radicale.

Sparire nel nulla lascia l’altra persona in uno stato irrisolto, aumenta la difficoltà di elaborare la fine della relazione e di comprendere le motivazioni che hanno portato quel rapporto a finire. Quello che vive chi riceve un atteggiamento del genere è un dolore disorientante, la persona non riesce a mettere in fila gli eventi e farsi una ragione della conclusione del rapporto.

Chi sceglie di agire in questo modo, sparendo, sceglie un modo di comunicare dove sembra che l’unica possibilità sia evitare il confronto, evitare di assumersi la responsabilità delle proprie motivazioni (che possono essere del tutto legittime) e non fare i conti con la propria possibilità di soffrire, oltre che con le possibili obiezioni dell’altra persona e con la sofferenza di quest’ultima. Ricordiamoci che l’evitamento è una forma di difesa, noi evitiamo le cose quando le cose ci mettono a disagio, quando qualcosa ci risulta sgradevole. Se una cosa ci risulta troppo difficile preferiamo rimandare, sparire, distrarci.

ghostingChi agisce il ghosting non si rende conto che l’evitamento inizialmente sembra alleggerire la situazione (l’ansia inizialmente diminuisce), ma in realtà a livello più profondo nulla è cambiato. Viene solo rimandato, temporaneamente allontanato, il dover rispondere alla vita, in un vano tentativo di sparire, di non dover fronteggiare le situazioni di vita in cui ci si è ritrovati.

Chi subisce il ghosting vive uno stato simile a quello del lutto. Ci possono essere pensieri intrusivi, confusione, vuoto, senso di colpa, solo per fare alcuni esempi di stati mentali in cui è possibile ritrovarsi in quella situazione.

PRIMA REGOLA:

NON COLPEVOLIZZARSI

In questo caso è importante lavorare sull’attribuzione del significato che viene dato al comportamento che la persona ha subito, può essere importante ricordare che chi compie un’azione, con quel gesto parla di se stesso e non dell’altro, dell’altra. Se una persona sparisce significa che non è in grado di affrontare la situazione e non bisogna concludere che questo comportamento sia una sentenza sul valore di chi lo subisce.

Lavorare sull’attribuzione di significato vuol dire ridescrivere la narrazione che si ha di se stessi, uscire dal ruolo della vittima e riprendersi la capacità di essere gli autori della propria esperienza. Non bisogna colpevolizzarsi e credere che abbiamo sbagliato qualcosa che ha indotto l’altro, l’altra, a comportarsi così. È da capire che quando una persona sparisce lo fa perché non ha altri modi per affrontare il rapporto.

Inoltre è importante vedere meglio in che tipo di rapporto ci siamo ritrovati, capire che qualità aveva quel rapporto, se c’era reciprocamente rispetto, interesse e disponibilità. E poi chiedersi quali sono le nostre motivazioni, che cosa ci spinge a stare in un rapporto, quali sono i nostri bisogni che dobbiamo sentire e comprendere in modo più chiaro per vivere rapporti che siano più soddisfacenti e che ci diano maggiore senso di sicurezza. Dobbiamo dunque capire meglio chi siamo, esplorare e forse costruire più solidamente il nostro senso di identità, consapevolezza e padronanza di noi stesse, di noi stessi.

Nel mentre si affronta un momento doloroso (e ovviamente non vale solo per il ghosting) è importante lavorare sulla regolazione emotiva, ossia trovare dei modi per stare meglio e autoregolare le proprie emozioni e il proprio stato psicofisico comprendendo come funzioniamo, che cosa ci attiva certe reazioni e trovando ad esempio delle strategie che ci aiutano a gestire il nostro stato interno come meditare, correre, dipingere, parlare con un amico, ascoltare la musica, suonare uno strumento e così via.

Questi passaggi ci aiutano a riconquistare un senso di autoefficacia, ma ci aiutano anche a contattare più in profondità ciò che ci serve per stare meglio e costruire delle relazioni più autentiche, dove è possibile dire quello che si vuole e se l’altro non ci corrisponde possiamo cercare altrove, accettando comunque che nelle relazioni non si sa come andrà a finire. Un po’ di rischio lo dobbiamo correre, ma possiamo farlo in modo più protettivo per noi. Dall’altra parte, quella di chi sparisce, costruire relazioni più autentiche potrebbe servire ad abbassare l’evitamento aumentando anche qui un senso di sé più integrato, un senso di sé dove diventa possibile dire no senza dover scappare e rendersi invisibili.

Giada Perini è psicologa, laureata in Psicologia Clinica e riabilitazione e in Filosofia, psicoterapeuta in formazione presso la Scuola di specializzazione Cognitivo-Evoluzionista (ecco come l’abbiamo conosciuta!). A lei abbiamo chiesto di tenere una psicorubrica su Emozioni e Relazioni

Se avete domande, spunti di riflessione, curiosità per la nostra Psicorubrica scrivete a: redazione@badali.news