Sara Sacchini e Marco Santini

Quando arriva la bella stagione, oltre ai fiori fioriscono anche le iniziative e il nostro territorio, con i suoi magnifici panorami, il mare, i boschi e le colline non è da meno. Questa volta abbiamo partecipato a una iniziativa del gruppo “Selvatica”, un’associazione di biologi, guide ambientali, entomologi e altri studiosi, che organizza tour di vario genere nel territorio Livornese.

E che scoperte, che nozioni abbiamo appreso nella nostra passeggiata in notturna sui colli e nel bosco tra il Corbolone e la Valle Benedetta!

Ci siamo trovati alle 18:30 al Corbolone, dove la guida, Dario, ha iniziato ad affascinarci con le storie delle vecchie cave e miniere della zona, indicandoci anche, lungo il tragitto, un paio di vecchi ingressi sotterranei fatti franare per la sicurezza di tutti.

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lucciole selvaticaLungo il tragitto ci siamo fermati più volte per ascoltare le particolarità di alcuni alberi e piante, apprendendo che ci sono delle piante che crescono solo da noi e che hanno le loro peculiarità, per poi giungere alle rovine mulini ad acqua sull’Ugione, che secoli fa venivano usati per fare la farina. È ancora visibile, in quello visitato, la parte inferiore della macina, un enorme pietra rotonda e piatta che coadiuvata da una superiore uguale, triturava il grano o le castagne.

La dovizia con cui Dario spiegava le cose, comprese le modifiche del tragitto dell’acqua del torrente per azionare il mulino, financo la storia dei padroni di quelle terre e gli aneddoti documentati di chi ci lavorava, era come se riportassero tutti noi (un gruppo di una ventina di persone) a quel tempo, e vedevamo il mugnaio che si dava da fare per produrre il cibo per il sostentamento della comunità.

Poi siamo arrivati al famoso Eremo della Sambuca, e anche qui la guida ci ha deliziati con aneddoti, storie documentate e leggende dei monaci Agostiniani prima e Gesuati poi, che hanno occupato l’Eremo e curato e coltivato le terre circostanti per secoli.

luccioleUna nota di merito vorrei farla a Dario, la guida, perché oltre al fatto di essere molto competente nella sua materia (guida ambientale) dai suoi racconti trapelava la passione e l’amore per la sua terra e per tutto ciò che vi è accaduto dal 1200 in poi.

La cena era al sacco, quindi all’ombra degli alberi e dell’Eremo abbiamo mangiato seduti per terra o su dei legni, per aspettare l’oscurità, per godere il vero principe dello spettacolo di quel giorno.

Poco dopo le 21:00 Dario ci ha radunati e ci ha spiegato la vita, le evoluzioni, l’accoppiamento e la morte di determinati coleotteri, ci ha spiegato come fanno a compiere il piccolo miracolo che le rende famose, e piano piano, addentrandoci nel bosco, ci si è parato davanti uno spettacolo surreale e suggestivo…

…centinaia di migliaia di lucciole, intente a compiere la loro danza d’amore

lucciole selvaticaCamminavamo in mezzo ad esse, talvolta trovandocele addirittura posate addosso, per godere di pochi secondi di riposo, e riprendere la loro incessante ricerca dell’anima gemella, con le loro lucine che facevano sembrare il bosco un’enorme distesa di luci natalizie.
E il loro vagare tra gli alberi, sul torrente e davanti a noi era ipnotico. Non riuscivi a guardare altro, i tuoi occhi non si stancavano di osservare quell’ennesimo miracolo della natura che stava avendo luogo indisturbato dinanzi a noi. Dai partecipanti giungevano vocalizzi di stupore e ammirazione.

Purtroppo come tutte le belle cose, finiscono troppo presto, e usciti dal bosco il numero delle lucciole è calato drasticamente fino a cessare una volta ritornati al punto in cui ci siamo incontrati.

Un’esperienza affascinante, romantica, che ancora una volta ci fa capire la bellezza delicata del nostro ecosistema. Una cosa diversa per godere della vita e delle perle nascoste anche nel nostro territorio. Abbiatene cura, perché è tra le cose più preziose che abbiamo.

P.S.: …e se come me, ve lo siete chiesto, la luce delle lucciole deriva da due enzimi presenti nel loro corpo, la Luciferina e la Luciferasi, che mischiandosi ed entrando in contatto con l’ossigeno dell’aria grazie a delle piccole aperture sull’addome che loro stesse controllano, reagiscono ed emettono luce.

P.P.S.: Seguite “Selvatica” sui social, perché organizzano altre escursioni di vario genere!

Info Selvatica fb e sito web

Marco Santini

Noi di Badalì vi abbiamo raccontato qualcosa di Selvatica anche QUI