L’azienda Usl Toscana Nord Ovest, in collaborazione con il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR-IBE) ha avviato uno studio clinico rivolto alle persone affette da fibromialgia, finanziato da Regione Toscana. Obiettivo dello studio è quello di verificare se la frequentazione di particolari ambienti boschivi, secondo principi e metodi della Terapia Forestale, produce effetti positivi sul dolore cronico in persone affette quindi da fibromialgia.
Possono partecipare allo studio persone maggiorenni con diagnosi di fibromialgia che sono in terapia con farmaci antidolorifici. I partecipanti saranno divisi in due gruppi. Il primo parteciperà per tre mesi il venerdì pomeriggio a delle sessioni guidate di Terapia Forestale alla pineta del Tombolo di Cecina. Un altro gruppo, detto di “controllo”, non dovrà apportare nessuna modifica alle sue attività consuete.
Scrivere una mail a med4.cecina@gmail.com per avere tutte le indicazioni necessarie. Il coordinamento è dell’Ambulatorio Terapia del dolore all’Ospedale di Cecina.
Ne parliamo con la nostra sofrologa Valentina Renda Puzzuoli
La terapia forestale è una delle molteplici pratiche a cui per fortuna sempre più ci si rivolge per promuovere il nostro benessere sia fisico che mentale.
La terapia forestale si sta sviluppando anche in occidente con sempre più seguito, in Giappone è presente e la si pratica fin dai primi anni ’80.
Tuttavia, per meritarsi l’appellativo di “terapia”, ha bisogno di essere validata da evidenze scientifiche fondate su criteri specifici e deve essere somministrata da professionisti clinici.
A questo proposito il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) in collaborazione con il Centro di Riferimento Regionale in Fitoterapia dell’Ospedale fiorentino di Careggi (CERFIT) e con il Club Alpino Italiano (CAI) stanno studiando e sperimentando questa pratica, appoggiandosi ad evidenze scientifiche già convalidate quali:
• Effetto benefico sul sistema immunitario dei fitoncidi, sostanze emesse dalle piante.
• Interazione sensoriale con l’ambiente, che funziona da riduttore dello stress e che quindi aiuta ad abbassare pressione sanguigna, produzione di cortisolo e inibisce i pensieri negativi
• Essere immersi in un ambiente naturale, circondati dai colori della foresta, può aiutare la memoria, la capacità di attenzione e la capacità cognitiva.
Da questi presupposti si possono dedurre i potenziali benefici che questa pratica potrebbe apportare anche al paziente fibromialgico in termine di rafforzamento del sistema immunitario, di rilassamento fisico e quindi minore percezione del dolore, miglioramento del benessere mentale grazie ad una diminuzione di produzione di cortisolo, di ansia e di pensieri parassiti, quindi un miglioramento dell’umore che incide anche sulla funzionalità cognitiva.
Ormai è assodato che per la fibromialgia, come per altre patologie, è fondamentale prendersi cura del corpo attraverso esercizi leggeri che includono anche passeggiate all’aria aperta e altrettanto prendersi cura della mente attraverso tecniche di rilassamento, da quelle classiche meditative a quelle multisensoriali offerte in queste passeggiate nei boschi.
Come sempre ricordo che noi NON siamo la nostra patologia e che per quanto possibile dobbiamo cercare di vivere al meglio delle nostre possibilità, prendendoci cura di noi e cercando di trovare la pratica di benessere che più ci rispecchia. Ricordo anche che sulla mia pagina instagram sono presenti contenuti gratuiti e video di esercizi semplicissimi che fatti quotidianamente aiutano ad alleviare il dolore.
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