Tremila metri quadri di terreno. Gli olivi, le arnie delle api, e la vallata che scende fino al mare che ti si apre davanti. L‘orto condiviso di Riparbella è nato durante il lockdown, per offrire la possibilità a tutti di fare un’attività consentita all’aria aperta e mantenendo il distanziamento sociale. Ma è diventato molto di più, con una moneta propria, un sistema per scambiare ore lavoro in ortaggi e prodotti, uno spazio dove coltivare, in tutti i sensi, l’identità contadina di questo territorio e trasmetterla ai più giovani.

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E questa mattina c’erano proprio loro a sporcarsi le mani con la preparazione del terreno per la semina delle colture primaverili: i ragazzi della 1E della scuola media dell’Istituto Griselli. Gli alunni della 1D daranno loro il cambio poco dopo. Vengono qui una volta a settimana, fa parte del loro progetto didattico. Sotto l’esperta guida di alcuni volontari della Pro Loco Riparbella, Fabio Fiaschi, Tania Lelli e Piero Marchetti, i ragazzi hanno tolto le vecchie canne e i tubi dell’impianto a goccia, zappato le erbacce, ripulito le fragole. Nei prossimi giorni il campo sarà passato con il trattore per smuovere la terra e fare i solchi dove seminare e piantare gli ortaggi primaverili.

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orto condivisoMa la collaborazione con la scuola è arrivata in un secondo momento. Inzialmente l’idea era di mettere questo spazio a disposizione di tutti, e ancora lo è, per realizzare quello che è a tutti gli effetti un orto condiviso. Un’opportunità offerta dall’Ammministrazione Comunale per un progetto fortemente sostenuto dal sindaco Salvatore Neri e dall’assessorra Monica Marraffa. Chiunque, rivolgendosi alla Pro Loco che ha ideato il progetto (il presidente Salvatore Mancuso e Alessandro Lucibello Piani del direttivo), può “metterci del suo”. E poi raccoglierne i frutti. Con un sistema ponderato: le ore di lavoro che ognuno dedica all’orto condiviso vengono quantificate in “riparbellini”, monete ideate per lo scopo e utili per essere scambiate con i prodotti, ortaggi, miele, olio.

La stessa raccolta delle olive, che ha coinvolto gli alunni e i cittadini, ha avuto come risultato un olio, utilizzato poi nelle sagre (nella storica sagra del cinghiale ad esempio, e se non la consocete scopritela qui).

Per la serie progetti belli e fruttuosi!