Il re cinghiale c’è tutto. Dalle ‘classiche’ e intramontabili pappardelle, al cinghiale in salmì, passando per il cinghiale con la polenta, il ragù e il prosciutto. Poi ci sono le grigliate, le bistecche (con carne rigorosamente locale), l’olio nuovo, castagnaccio, cantuccini e vin santo per finire. I vini? Quelli delle cantine di zona, con prezzi che variano da 6 a 30 euro alla bottiglia: Tenuta Prima Pietra, Caiarossa, La Regola, Pakravan-Papi, Quercialuce. Ma c’è un ingrediente in più che arricchisce la Sagra del Cinghiale di Riparbella, ingrediente che è difficilissimo, quasi impossibile da trovare altrove: la cuoche, le stesse da sempre. Da esattamente 49 anni, presenti Sagra del cinghiale di Riparbellae all’opera fin dalla prima edizione della Sagra. Si chiamano Ottorina, Ubaldina, Anna. La più giovane delle tre ha 76 anni.  Sono le colonne alle quali, da 18 anni, si è aggiunta anche Annalisa. Una sicurezza per chi si siede a tavola sotto la tensostruttura del Parco Carlo Alberto Della Chiesa. Nessuna sperimentazione, solo tradizione. Le quattro cuoche – con energia da vendere – non si fermano mai, tutto è nelle loro mani, volontarie per passione. Ricette tipiche fatte di esperienza e sapienza. Il cinghiale è quello alla riparbellina, tutto da scoprire. Il primo appuntamento è ormai alle porte: sabato 13 e domenica 14 novembre. E poi ancora il fine settimana successivo, 20 e 21 novembre.

“Il periodo della caccia si apre sempre il 1° novembre e si chiude a fine mese, proprio nei giorni in cui tradizionalmente viene organizzata la sagra, nel terzo week end di novembre – spiega Achille Neri, vicepresidente della Proloco di Riparbella, realtà attivissima nella promozione del territorio -. Le prime due giornate sono quindi una sorta di ‘anticipo’ per dare modo a tutti di poter godere della sagra e di quello che le squadre dei nostri cinghialai, i più conosciuti e bravi della zona, riescono a portare ogni anno in tavola. Quando è nata la sagra la cucina era dentro la scuola e si mangiava nella palestra, era tutto artigianale e improvvisato. Ma con gli anni la manifestazione è decisamente cresciuta. Pre covid potevamo contare sul tutto esaurito ogni week end, avventori provenienti anche dalle province vicine. Questa edizione – la 49esima – sarà quella della ripartenza, lo scorso anno siamo, infatti, stati costretti a fermarsi come tantissime altre sagre. Ci auguriamo che tante persone abbiamo voglia di tornare a Riparbella”.

questa sara’ l’edizione della ripartenzA

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Sabato sera stand aperti a partire dalle 19, domenica anche a pranzo, struttura all’esterno riscaldata. Una squadra rodata di circa 30 volontari, musica e intrattenimento a volontà: “Quest’anno ospiteremo una band con strumenti non amplificati che proporrà una serie di performance itineranti in modo da animare tutti i luoghi della sagra. Non mancheranno le iniziative pensate per i bambini. E domenica 21 ci sarà l’inaugurazione di un’opera d’arte, intitolata ‘Universo Riparbella’: l’artista è Vincenzo Marano Esposito, si tratta di un murale di 100 metri creato sulla base dei disegni realizzati dai bambini delle scuole”. Un’opera d’arte piena di colori, un percorso pensato per gli abitanti del luogo, specialmente i bambini: una intera strada colorata e trasformata. Un lavoro lungo e accurato che vedrà presto il taglio del nastro, proprio come momento clou della sagra del cinghiale di Riparbella, la più antica sagra della Val di Cecina e della provincia di Pisa.

Sagra del cinghiale di RiparbellaPer chi volesse programmare un pranzo o una cena all’insegna del cinghiale e della tradizione, ecco qualche info utile: “Non è possibile prenotare. Consigliamo di venire leggermente prima, soprattutto la domenica a pranzo, anche alle 11.45 per evitare file. Abbiamo comunque 300 posti a sedere in tendoni riscaldati, c’è spazio per tutti”. Questi i numeri per qualche dettaglio in più: 333 1691023 e 339 4797179.