Mulino Il FelciaioneUna questione, anzi un progetto, di famiglia. Cementato dall’innamoramento, quello per la Val di Cornia. La storia di Valentina Bezzi e Luca Balleri, psicologa lei e agronomo lui, racconta di cereali antichi e tradizioni. Una scommessa che ha trovato casa intorno a Suvereto e che sta dando i suoi frutti, proprio come la terra.

La famiglia Bezzi Balleri, mulino Felciaione

Valentina è di Pavia, Luca viene da La Spezia, si sono conosciuti a Milano, negli anni dell’università. E’ Luca che ha trasmesso a Valentina la passione per la Toscana: “Da piccolo ha vissuto in Mugello, seguendo il padre, chimico farmaceutico, nei suoi frequenti spostamenti lavorativi. Quando ha iniziato a lavorare con una ditta francese di software per l’agricoltura ha ripreso a viaggiare in Toscana ed è rimasto colpito da questa zona”. Il mulino a pietra, strumento acquistato in Austria e assente dalla zona di Suvereto da oltre cinquant’anni, è diventato la ‘carta d’identità’ dell’azienda agricola Il Felciaione fondata nel 2014, riprendendo il nome originario dell’area secondo quanto dichiarato nei vecchi estratti di mappa del catasto Leopoldino del 1821. “Volevamo uno spazio sano per esprimerci” dice Valentina. Un’avventura – 18 ettari in località Casetta di Cornia – iniziata macinando il proprio raccolto per arrivare poi ai prodotti e alle farine Pietra del Cornia – tutto biologico (‘etichetta’ arrivata anche sugli scaffali della Gdo grazie al progetto Drago delle Colline Metallifere) – e al lavoro per conto terzi. Alla iniziale coltivazione di ortaggi e loro trasformazione, fornendo le botteghe locali con conserve di alta qualità, è subentrata la passione per la ricerca di grani antichi e moderni.

LE NOSTRE GIORNATE DURANO DI PIU’

“Luca si alza alle 5 e mezzo a va al mulino e imposta il lavoro con il collaboratore e che è con noi da 4 anni. Poi raggiunge il suo studio a Venturina, dove viviamo e lavoriamo al di là del mulino. Io rimango con i nostri due bambini, li porto a scuola e poi vado anche io in studio. Ci alterniamo nella presenza in azienda, cerco di trovare il tempo per fare tutto. Anche i bambini sono coinvolti: Leonardo, che ha 4 anni, e Vittoria, 9 anni, da sempre partecipano in modo attivo. E io mi divido tra pazienti, figli, casa e anche corsi di formazione”. Persino un blog, per non farsi mancare proprio nulla. Lanciato a febbraio 2021 si chiama “Cenerpentola e LaLìa – Psyche & Food Therapy”, ovvero una psicologa (Valentina) e una chef (Stefania Camurri, del ristorante Mamanonmama di Campiglia) che parlano di un doppio piacere: quello per il sesso e quello per il cibo con dirette facebook e viaggi alla scoperta dei sapori. “Amo tantissimo la mia professione ma richiede un forte investimento emotivo, è un lavoro che spesso ti toglie il rosa della vita. E con il blog vado a riprendermelo. Scherziamo, cerchiamo di sdoganare concetti importanti. Ci divertiamo”. Tra amiche.

Mulino Il FelciaioneMa Il Felciaione (che ha aderito alla Rete di Conservazione e Sicurezza delle Risorse Genetiche Autoctone della Toscana), è anche una fattoria di didattica, iscritta all’albo della Regione Toscana: “Dai 4 ai 14 anni molti ci hanno già fatto visita, scoprendo alcuni segreti del mugnaio. Ma non solo. Tre anni fa a Natale abbiamo ricevuto due capre da un’altra azienda. Poi sono arrivate galline, oche… Degli animali da compagnia, per esempio, se ne occupano direttamente i bimbi. Il giro uova, le stalle. Abbiamo anche organizzato corsi di panificazione ospitando le scuole, il nostro desiderio è di diffondere la cultura dei grani antichi e del consumo consapevole. Dopo lo stop forzato per il Covid, a primavera abbiamo riaperto le porte per le attività. In assoluta sicurezza: qui per il distanziamento non ci sono problemi!”.

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