Le barche di David FilippiQuel “su misura” ad alta tecnologia che si trova solo in poche, pochissime, eccellenze. Un marchio conosciuto in tutto il mondo, certezza e fondamenta per chi va a caccia di medaglie. Tante, tantissime, ad ogni olimpiade, ad ogni campionato. Frutto di ricerca continua e di una spinta inesauribile verso il futuro. Innovazione e tradizione, insieme. Poi conosci David Filippi e capisci. Filippi Boats non ha “un uomo solo al comando” ma un uomo al comando. Radicato nel proprio territorio, con i piedi ancorati per terra, consapevole e senza fronzoli. Il cantiere di Donoratico – dal quale escono gli scafi bianchi e blu leader nel canottaggio – è la sua casa. Come lo era per suo padre, Lido, maestro d’ascia. Maestro in tutti i sensi, di quelli che ti insegnano ad iniziare dal basso e che ha fondato l’azienda nel 1980. “Ho lavorato con le mani per 10-15 anni, ora lo faccio da qui, da una sedia” dice David. Orgoglio e semplicità, in perfetto equilibrio.

Le barche di David FilippiOltre 1.200 barche l’anno, fatte a mano. “Non riusciamo a rispondere a tutti gli ordini”. Una presenza quasi silenziosa ma di altissimo valore per il territorio. A Tokyo (52 paesi ‘a bordo’ di Filippi, 24 medaglie su 42 a disposizione, 7 d’oro, 10 d’argento e 7 di bronzo) l’azienda di Donoratico ha spedito sette container di barche. L’emozione più grande, quella “che sarebbe da tatuaggio” è l’oro dell’otto maschile con la Nuova Zelanda, che ha sbaragliato i ‘soliti’ tedeschi. “Ho pensato: ora posso anche smettere di lavorare”. E poi la storica vittoria di Federica Cesarini e Valentina Rodini, prime donne italiane a vincere l’oro nel canottaggio. ‘A bordo’ – anche loro – di una barca Filippi. “Fare altro? Non mi sono mai posto la domanda. Anche se mio padre non mi ha mai obbligato, ho sempre saputo che il cantiere sarebbe stato la mia vita. Dopo il militare ero già qui”. A portare avanti una filosofia lineare ma vincente: non fermarsi mai. Cosa che è diventata ordinaria amministrazione dopo il cambio di passo scattato con le olimpiadi di Sidney. L’altro operatore specializzato in barche da competizione è tedesco. Poi ci sono le barche di David Filippi. Non ci sono altri ‘avversari’ da battere.

Le barche di David FilippiSe l’obiettivo dichiarato nel 2021 è stato quello di alleggerire e allo stesso tempo aumentare la resistenza meccanica dei componenti della barca attraverso l’utilizzo dei materiali più performanti al mondo, la prossima, ma non ultima, frontiera sarà il canottaggio in mare. Anche qui l’azienda Filippi Boats vuole farsi trovare pronta per prendere decisamente il largo, senza mai dimenticare dove tutto è cominciato. L’European Rowing Coastal che si è svolto nel mese di ottobre a Marina di Castagneto per la sua seconda edizione è il modo di David Filippi – sotto la cui egida viene organizzata la manifestazione – per dire ‘Ci siamo’. Nel panorama internazionale e anche ‘in casa’.

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PROSSIMA SFIDA: IL CANOTTAGGIO COSTIERO

Le barche di David Filippi“Il canottaggio costiero è un mondo del tutto diverso che ti pone davanti nuovi interrogativi tanto quanto lo fa il mare. Diventerà a breve disciplina olimpica, e la prospettiva è quella di una crescita esponenziale. Servirà, quindi, un altro cantiere. Abbiamo già acquistato i terreni davanti allo stabilimento, ci stiamo già lavorando. I nostri dipendenti oggi sono un centinaio. Con il covid non ci siamo mai fermati anche se, lo ammetto, era da non dormirci la notte. In quel momento abbiamo sperimentato il lavoro su turni per limitare le presenze, modalità che abbiamo mantenuto. Ma ora siamo nello stretto, abbiamo bisogno di più spazio affinché possano lavorare insieme più persone nello stesso posto. Comprese le nuove risorse che sicuramente assumeremo”. Conferma concreta – se ce ne fosse bisogno – della ricchezza che Filippi Boats rappresenta per il territorio e per tutta la Costa degli Etruschi.

Le foto pubblicate in questo articolo sono di Massimiliano Londi per Badalì News