Linda Traversi, nata a Cecina da padre italiano e madre americana esce, dopo “La panchina delle cose difficili”, con un romanzo per ragazzi che narra la storia di Maia, un’adolescente introversa segnata dalla scomparsa prematura della madre, donna che non ha mai praticamente conosciuto e della quale in famiglia non si parla mai, quasi fosse un argomento tabù ,“come non fosse mai esistita”.

Linda TraversiUn’estranea: è così che si sente Maia, in casa, in famiglia, ma soprattutto si sente tale con quelle che considera le proprie amiche, per questo spesso si domanda cosa sia l’amicizia, tuttavia si domanda altresì cosa sia l’amore, in un’età delicata in cui una ragazza cerca di capire le proprie pulsioni, i primi timidi approcci con l’altro sesso, approcci che però la fanno sentire diversa dai propri coetanei. Maia allora cerca riparo dalla propria solitudine rifugiandosi nelle storie che la sua mente crea partendo da tre o quattro parole che di volta in volta escono a casaccio dalla quotidianità come numeri di una roulette e che rimangono impresse nella sua mente quasi scolpite su pietra, proprio su queste pietre costruisce storie e personaggi: “il riparatore di sogni” di questi.

Le storie che crea le custodisce successivamente con gelosia nel suo “paradiso delle cose pensate”.

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“Le storie sgorgano e io non ce la faccio a fermarle. È come se mi si riempisse la bocca di caramelle, ma al contrario, non sono io a ficcarmele in bocca, sono loro che risalgono su dalla gola e mi gonfiano le guance finché non le sputo”

Linda TraversiTutto cambia quando la professoressa le assegna Sebastiano come compagno per la ricerca d’Italiano, un ragazzo “diverso” dagli altri come lei, introverso, sbeffeggiato dai compagni di classe. Tra loro nasce una tenera e sincera amicizia, i due si conosceranno e ri-conosceranno, trovando il coraggio di aprirsi l’uno con l’altra, un’intimità emotiva che porterà lui a mostrarle un segreto per il quale è stato vittima di bullismo da bambino. Sarà proprio Sebastiano il prescelto per accompagnare clandestinamente Maia in un luogo ubicato più nel tempo che nello spazio, via Ortigara 7, sciogliendo quello che era stato il nodo più grande della sua vita fino ad allora, aiutandola così a ricongiungersi con il proprio passato.

Linda Traversi, classe 1977, ha il dono, immenso, di saper immergere la propria scrittura nell’esistenza del personaggio; immedesimarsi appieno nei suoi pensieri, nelle sue paure, nelle sue fantasie. Possiede la facoltà, da vera scrittrice, di esplorare i meandri più reconditi di una mente “altra”, in questo caso di un’adolescente, come la droga regressiva usata dal protagonista di “7” di Tristàn Garcia, trasportandosi però nel misterioso mondo degli adolescenti di adesso, pervaso dalla tecnologia e da una velocità nella scoperta della vita di gran lunga superiore a quella che avevano gli adolescenti della sua generazione.

“In fondo faceva solo il suo lavoro. Quando qualcuno aveva bisogno di riparare un sogno, glielo portava con molta cautela, perché i sogni rotti, o confusi, sono molto, molto più fragili.”

“Il riparatore dei sogni” di Linda Traversi lo ha recensito per noi Vittorio Cotronei