muditaIn sanscrito c’è una parola, che in italiano non esiste, che rappresenta quel sentimento di gioia disinteressata che si prova quando si è felici per i successi di qualcun altro. Ecco, pensando ai ragazzi di Mudita (parola intraducibile scelta come nome di battesimo del loro birrificio artigianale) è proprio questo lo stato d’animo diffuso in chi li conosce e li apprezza.

Andrea Iovino e Lorenzo Monacci, sognatori di Nugola, a solamente un anno dall’avvio della produzione nello stabilimento di Stagno, sono tornati dalla competizione delle competizioni – il Birraio dell’Anno che si è svolto a Rimini – con un premio da applausi.

La Tarab targata Mudita è arrivata seconda nella sua categoria (Neipa): “Il sabato pomeriggio ci è arrivata totalmente inattesa la notizia del premio, domenica mattina siamo corsi a Rimini. Abbiamo iniziato a produrre la Tarab a fine anno, abbiamo deciso di mandarla subito in concorso ma non ci aspettavamo assolutamente questo successo. Anche perché per quello stile di birra ci sono davvero tanti competitor… Per noi è una soddisfazione immensa”.

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muditaAndrea, 28 anni, e Lorenzo, 30, sono partiti ad inizio 2019 con un’esperienza come beerfirm a marchio Scaccomalto (stesso nome della tap-room aperta a Pisa nell’ottobre dello stesso anno): “Vendevamo le nostre birre, realizzate con una ricetta tutta nostra, ma non avevamo un impianto di proprietà. A realizzare il sogno di un birrificio artigianale ci ha pensato il Covid. Siamo stati costretti a fermarci e in quel periodo abbiamo pensato, progettato, messo le basi. Ci siamo formati. A gennaio 2023 sono cominciati i lavori al capannone: abbiamo una sala cottura da 5 hl e una cantina da 40 hl, completamente isobarica. Pezzo per pezzo è nato il birrificio Mudita”.

muditaAnche le birre hanno nomi intraducibili in italiano con una sola parola: Samar, Saudade, Meraki, Tingo, Zapoi… solo per citarne alcune. “Produciamo principalmente birre a bassa fermentazione in stile tedesco e luppolate di stampo statunitense. Ci piace sperimentare”. Attualmente il ‘catalogo’ conta 12 birre diverse, solo in lattina. Per i locali vengono usati i fusti di acciaio: “E’ una scelta non solo di praticità ma anche con un valore ecologico. Lo scorso anno abbiamo risparmiato una tonnellata di plastica”. Non solo: i principali scarti di produzione sono i malti esausti, detti anche trebbie, a cui Andrea e Lorenzo hanno deciso di dare una seconda vita donandoli al santuario per animali “Ippoasi” a San Piero a Grado, trasformandoli così da scarto a mangime.

muditaInfine, il capitolo distribuzione. “Nella nostra zona distribuiamo noi direttamente, poi abbiamo la tap-room dove serviamo le nostre birre, l’e-commerce per i privati e per i locali e, per il resto dell’Italia, ci affidiamo a distributori specializzati in birra artigianale”.

Mudita è un sogno che sta crescendo: “Il prossimo obiettivo è aumentare la produzione, continuare ad aggiornarci anche con nuove attrezzature. Un passo alla volta, come abbiamo fatto finora. E magari aprire un secondo pub a Livorno

La Tarab

muditaÈ una Hazy IPA caratterizzata dall’uso dei luppoli Idaho 7 e Strata, sia in aroma che con un doppio dry hopping. L’uso di frumento e avena, poi, rendono la bevuta molto morbida e scorrevole in modo da enfatizzare le note del luppolo.
Il risultato è una birra chiara, velata, con un corpo pieno che fa da cornice a un’esplosione di note citriche e tropicali date dal luppolo. In particolare, al naso la fanno da padrona il passion fruit, il pompelmo e la papaya, costruendo così una texture di note estremamente fresche e balsamiche.