Una favola che parla di accettazione della propria diversità e di anticonformismo.

“Fabrù” è scritta a quattro mani dallo scrittore Vittorio Cotronei e da Federica Giomi, veterinaria di professione e artista poliedrica dalla grande sensibilità autrice anche delle illustrazioni.

FabrùFabrùLa favola nasce per i bambini dell’istituto comprensivo Griselli: nata da una iniziativa della maestra Simona Pellegrini, la lettura della favola celebra l’arrivo della primavera e il passaggio delle “farfalle”, gli alunni dell’ultimo anno di scuola materna “Mariano Mariani” dell’istituto comprensivo Griselli, alla scuola primaria e si svolgerà in anteprima il 4 e il 18 marzo.

FabrùFabrù è un bruco con la testa tra le nuvole e per questo anche sempre in ritardo, tanto da giungere tardi anche all’appuntamento più importante di quella che è stata finora la sua vita: il dono delle ali da parte delle maestre per poter finalmente diventare farfalla e spiccare il volo fino alla scuola elementare.

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Al suo arrivo purtroppo però le ali sono già state tutte prese. Anzi, no. Ne è rimasta solo una. Una sola ala e spaiata.

Fabrù accetta comunque il proprio destino e decide d’intraprendere il viaggio alla scuola elementare con quell’unica aletta, anche se per riuscire a volare deve sbatterla fortissimo e con gran fatica. Quell’unica ala comunque la porterà, con i suoi tempi, che non devono necessariamente coincidere con quelli delle altre farfalle, ad arrivare non solo alla scuola primaria, ma ovunque voglia nella vita.

FabrùNel suo svolazzare incontra Coccinella. Vedendola volare tutta sbilenca, le chiede se sia diventata davvero farfalla o se sia rimasta bruco, dal momento che non ha due ali come tutte le altre. Fabrù risponde di essere semplicemente sé stessa e come tutti quanti di essere speciale nella sua unicità. Anche coccinella allora si rende conto di essere speciale: i compagni la prendono in giro perchè indossa quel bellissimo completo rosso a pallini neri perché “sembra un costume di carnevale” ma è proprio grazie a quel completo che lei porta fortuna.

Perchè… “volare è bello come camminare. Non conta come, conta arrivare”.