Il vostro bambino non si sente bene. Che fare? Chiamare il 118? O andare in pronto soccorso? O aspettare e portarlo in ambulatorio dal pediatra di famiglia? E’ il dubbio che attanaglia ogni volta genitori preoccupati, soprattutto quando si parla di bambini molto piccoli. Proviamo a capire cosa è giusto fare a seconda delle situazioni.
Partiamo da un presupposto: quando un genitore porta il proprio figlio al pronto soccorso, 9 volte su 10 non ce ne sarebbe necessità. Vi sembra un dato esagerato? No, non me lo sono inventato. Ogni anno 5 milioni di bambini accedono al pronto soccorso. Ma sono solo 500 mila gli accessi appropriati; quindi nel 90% dei casi il genitore potrebbe rivolgersi al proprio pediatra. E l’esperienza di questi anni me lo conferma. Questo succede perchè di fronte al malessere di un bambino, complice anche l’inevitabile ansia, non si sa bene cosa fare. Chiamo? Non chiamo? Vado? Aspetto? Ecco quindi una semplice guida che può aiutarvi a dare la risposta giusta a questi dubbi amletici. E aiutare noi che lavoriamo a darvi la risposta più appropriata, evitandoci magari di ricoverare un bambino per lo stress del genitore (non è una battuta, è un motivo giustificato di ricovero!).
Una mamma o un babbo (non parliamo delle nonne che sono un caso a parte) si muovono per andare al pronto soccorso in base all’emergenza percepita, che istintivamente può anche andare bene, ma raramente corrisponde all’emergenza reale. Un esempio: state accarezzando vostro figlio e scoprite qualcosa di gonfio. Molto spesso si tratta di un linfonodo, una ghiandolina. Qui non c’è urgenza, non è il caso di svegliarlo, vestirlo in tutta fretta e portarlo al pronto soccorso alle 3 di notte. Potete tranquillamente attendere di parlarne con il pediatra all’indomani.
Altro esempio: la febbre.
“Mio figlio, ha 5 anni, ha la febbre a 39”.
“Da quanto?”
“Da un’ora almeno”.
“E la tachipirina gliel’ha data?”
“Sì, da un quarto d’ora”.
Bene, con la febbre a 39 non c’è motivo di andare nel panico. Gli si dà la tachipirina, si lascia scoperto, e si attende che passi. Quando la febbre diventa persistente, non cala neanche con i medicinali, il bambino non mangia e non beve, allora sì, si va in pronto soccorso. Mentre ci si va sempre in caso di febbre quando il bambino ha meno di 3 mesi (e fino a 6 mesi in caso di febbre va comunque fatto controllare, o in pronto soccorso o dal pediatra).
Quand’è che l’emergenza è reale quindi?
Quando il bambino respira male. In questi casi si deve andare al pronto soccorso. E come si fa a capire se respira molto male? Se ha una sofferenza generale, fa fatica a fare i movimenti più lievi, può essere opportuno anche chiamare il 118. In questi casi non si deve attendere l’orario dell’ambulatorio del pediatra di famiglia.
L’emergenza è reale, e quindi occorre chiamare il 118 (112 numero unico per le emergenze), soprattutto se il bambino ha perso coscienza o se perde molto sangue.
E in caso di trauma, intossicazione, ustione, punture di insetti? La regola è semplice: in questi casi se il bambino ha perso coscienza, respira male o perde molto sangue si chiama il 112 e il servizio per l’emergenza medica territoriale provvederà ad inviare gli operatori sanitari con un mezzo idoneo a quel soccorso.
Quando invece si può andare da soli in pronto soccorso?
- Se il bambino ha meno di un anno ed è disidratato per vomito o diarrea. O comunque quando anche più grande ha segni di disidratazione. I segni di disidratazione sono la pelle e la mucosa della bocca asciutte, le lacrime assenti, poca pipì.
- Ferite profonde e/o da morsi di animale: è sempre necessario che siano valutate al Pronto Soccorso, perché spesso servono punti, antibiotici e alcuni controlli.
- Bruciature. Escluse quelle parziali dovute all’esposizione al sole, tutte le altre devono essere valutate e trattate in pronto soccorso.
- Mal di pancia, dolore addominale: se è costipato da oltre 24 ore, se ha anche vomito febbre, se il dolore è in basso a destra (zona appendice), o se compare qualche ora dopo un trauma.
- Dolore articolare da trauma: il trauma articolare nel bambino non ha le stesse caratteristiche che nell’adulto, e in caso di dolore è opportuno fare accesso al pronto soccorso; dopo la visita si decide se sottoporre il bambino ad accertamenti diagnostici, o rimandarli di qualche giorno.
- Punture d’insetto: le reazioni avverse possono essere molto variabili, è opportuno portare in Pronto Soccorso il bambino quando ha qualsiasi sintomo in aggiunta alla semplice reazione cutanea (se però respira male, come dicevamo sopra, si chiama direttamente il 112)
- Trauma cranico: quando un bambino sbatte la testa il genitore tende a preoccuparsi molto. E ora che faccio? Basta tenerlo d’occhio e in caso di vomito nelle ore successive, tendenza ad addormentarsi, pianto inconsolabile, difficoltà a muoversi e mal di testa, allora si va in pronto soccorso. In assenza di questi segnali si tratta di un bernoccolo e poco più.
- Mal di testa: se c’è anche vomito, se non passa con i comuni antidolorifici, oppure se associata a rigidità nucale che ha colpito il bambino da alcune ore, deve essere valutata al pronto soccorso.
- Trauma dentario: si va in ospedale in caso di rottura di un dente definitivo o se il dente si muove dopo un trauma.
- Trauma dell’occhio: in caso di dolore acuto, in presenza di corpi estranei o in caso di visibilità ridotta è opportuno andare in pronto soccorso
- Convulsioni da febbre: solitamente sono eventi benigni, ma in caso di primo episodio, soprattutto se il bambino ha meno di un anno, va portato in pronto soccorso. Ma sono comprensibilmente eventi che mettono molta angoscia nel genitore, quindi siamo sempre a disposizione per controllo e rassicurazioni.
- Tosse con moderata difficoltà respiratoria: può essere valutata in Pronto Soccorso in quanto, spesso necessita di aerosol terapia “in dose d’attacco”. Come nel caso del laringospasmo.
Al netto di tutte queste indicazioni è importante che il genitore, che conosce le caratteristiche dell’abituale stato di salute del bambino, lo porti in pronto soccorso se ne vede le condizioni generali compromesse. E mi rendo conto che qui si potrebbe aprire un mondo di interpretazioni, ma mettendo da parte ansie e preoccupazioni ogni mamma o babbo è in grado di capirlo (le nonne no, come dicevamo, sono un caso a parte).
Quando invece rivolgersi al proprio pediatra?
- Per febbre: elevata, persistente, e/o con eruzione cutanea.
- Vomito persistente ma riesce a bere
- Diarrea persistente ma riesce a mangiare
- Ferita superficiale
- Mal di pancia centro-addominale
- Stitichezza senza dolore addominale
- Trauma cranico senza sintomi
- Trauma arti con lieve limitazione
- Eruzioni cutanee (eritemi, orticaria…)
- Tosse e/o lieve difficoltà respiratoria
- Dolore orecchio
- Dolore occhi
- Dolore denti
- Tumefazioni non traumatiche
- Ustioni semplici