Approvato il Piano unitario convenzionato di Baratti con un intervento di riqualificazione e valorizzazione dell’area progettato grazie alla collaborazione tra il Comune, la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Provincie di Pisa e Livorno e la società Porto di Baratti, proprietaria degli immobili.
Il progetto prevede un intervento volto a migliorare la fruibilità e il decoro di quella parte del Golfo e il recupero culturale e archeologico dei resti dell’insediamento siderurgico risalente ai primi decenni del secolo scorso.

“Il nostro obiettivo – spiegano il sindaco Francesco Ferrari e Gianluigi Palombi, assessore all’Urbanistica – è quello di tutelare l’identità e l’unicità di Baratti, migliorarne l’aspetto e il decoro e, allo stesso tempo, valorizzare quanto resta della sua incredibile storia. L’intervento in questione si inserisce in una visione che va esattamente in questa direzione condivisa con la Soprintendenza e con la proprietà che ringrazio per la collaborazione e l’impegno messo in campo al fine di realizzare questo progetto”.

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La ricerca storica ha portato alla luce atti documentali che testimoniano l’importanza che questa specifica area ha rivestito dal punto di vista storico e culturale, all’interno di un territorio di notevole valenza paesaggistica e archeologica. Le trasformazioni che hanno interessato l’area sono legate all’attività di lavorazione delle scorie ferrose presenti nel territorio di Baratti, attività che ha avuto un notevole impulso tra il 1919 e il 1929. Furono costruite strade, ponti, una centrale termoelettrica, la teleferica e un pontile con tre file di binari. Il tutto per poter consentire il trasporto dei materiali frutto dell’estrazione con treni e locomotive a vapore: un impianto a tecnologia estremamente avanzata.

Ad oggi sono ancora esistenti l’edificio del fronte porto, i ruderi della ciminiera della centrale termoelettrica e i due edifici adibiti a dormitorio delle maestranze divisi per sesso, dei quali sono esistenti i ruderi il cui impianto planimetrico è venuto alla luce durante i recenti saggi e opere di pulitura dell’area. Nel 1936 la proprietà fu ereditata dalla famiglia Gasparri e negli anni cinquanta venne realizzato il fabbricato dello storico ristorante “La Pergola”.

Il progetto propone di ricostruire fedelmente l’impianto insediativo dell’agglomerato originario con un intervento di ripristino dei due piccoli edifici dei dormitori posti ai lati dell’edificio direzionale del fronte porto, restituendoci l’assetto urbanistico-edilizio del tempo.

L’edificio del fronte porto e il rudere, con destinazione residenziale, ospiteranno una piccola struttura turistico alberghiera caratterizzata prevalentemente da alloggi. L’altro edificio ricostruito a sinistra del fronte porto ospiterà il bar del ristorante “La Pergola” e una piccola libreria. Questa diversificazione delle funzioni ha l’obiettivo di rendere il luogo fruibile anche al di fuori della stagione balneare.

L’intervento, attentamente vagliato dalla Soprintendenza e dal Comune, sarà realizzato dalla proprietà che, inoltre, realizzerà delle opere a scomputo degli oneri di urbanizzazione. Il tratto di strada che dallo svincolo che porta a Populonia arriva allo scivolo di alaggio del porto diventerà unicamente pedonale: il traffico veicolare sarà spostato sul tratto di strada che, ad oggi, serve in uscita. La carreggiata sarà leggermente allargata e diventerà a doppio senso di marcia. Il manto stradale della passeggiata pedonale sarà riqualificato con il ribasso del marciapiede lato mare.