Il Terriccio è un mondo a parte, un pianeta diverso. “Percorrere quel viale significava fare un salto indietro nel tempo. Era la sensazione che provavo da bambino quando venivo qui, dallo zio, e ora vorrei che a provare questa sensazione fossero i nostri ospiti”. Vittorio Piozzo tiene oggi le redini della tenuta Il Terriccio, un luogo dalla storia millenaria che mantiene una autenticità unica. Un gioiello del nostro territorio rimasto finora custodito, quasi nascosto, ai più. Ma la parola d’ordine oggi è aprire e valorizzare. E il primo passo è l’apertura del ristorante, all’interno della Tenuta, guidato dall’eclettico e istrionico chef Cristiano Tomei (L’Imbuto a Lucca). Alla presentazione del progetto enogastronomico di Castello del Terriccio noi c’eravamo e ve lo raccontiamo.

Ristorante terraforteLe colonne all’ingresso della tenuta Castello del Terriccio segnano davvero l’ingresso in un “altrove”. Ha ragione Vittorio Piozzo. Le strade interne si snodano su 1500 ettari complessivi, dei quali 65 destinati a vigneto e 40 a uliveto. Ma c’è il bosco, ci sono i casali che un tempo, prima della fine della mezzadria, ospitavano oltre 50 famiglie. Ci sono i cavalli, una delle passioni eredità del cavalier Gian Annibale Rossi di Medelana. Ci sono gli animali e le coltivazioni dell’azienda agricola. Il Terriccio era un paese, neanche poi tanto piccolo, con tutti i servizi: il frantoio e la cantina, la chiesa e la scuola, il circolo ricreativo e la fornace per i mattoni, i mulini per la farina e la falegnameria. Tutte strutture che hanno perso la loro funzione originale ma che possono essere preservate se riqualificate in chiave moderna, contemporanea. Come si può intuire dalle parole di chi adesso conduce l’azienda, il progetto per queste strutture c’è ed è ampio. Un passo alla volta. E si parte dalla vecchia falegnameria. Che a partire da oggi ospita il ristorante Terraforte.

Terraforte, come forte è il nostro legame con la terra e con il territorio

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Ristorante terraforteEleganza e semplicità nell’arredamento, il vino a fare da protagonista. Del resto nomi come Con Vento, Tassinaia, Castello del Terriccio, Lupicaia, hanno un richiamo internazionale e sono sinonimo di qualità.

Ma se il vino eccellente, il panorama che spazia dal bosco ai vigneti, fino al profilo della Corsica all’orizzonte, non fossero sufficienti, a Terraforte c’è una firma in cucina che fa la differenza. Cristiano Tomei, chef lucchese, da un palazzo storico lucchese dove conduce il suo ristorante L’Imbuto, ha sposato con entusiasmo la sfida del Terriccio. “Questo è un posto incredibile. E non lo dico per dire, a questo punto della vita sono parecchio selettivo, me la tiro anche un po’ – severo ma giusto, si potrebbe dire, ndr -. Qui c’è tutto: la caccia, l’olio, il vino, la natura. Io, che sono un folle scriteriato, qui mi emoziono. E’ un posto autentico mentre nel mondo del vino e della ristorazione troppo spesso si tende a mascherare le radici. Un ristorante deve ristorare l’anima e questo lo farà, mi divertirò tantissimo”. E l’autenticità, anticipa, la troveremo anche nel menù: rispetto per le radici contadine e marinare, pollo e coniglio fritti, i classici piatti domenicali, rivisti ma senza mai tradire i sapori e lo spirito originali. Ci sarà la carta della carne, per scegliere “annata” e “vitigno”.

Ristorante terraforteChi si metterà a tavola potrà scegliere che viaggio fare

Ristorante terraforte

 

Noi di Badalì ci siamo imbarcati nel viaggio inaugurale, tra una magnum di Castello del Terriccio 2009 e un Lupicaia 2010. Tra conferme e grandi classici firmati da Tomei, come i ravioli ripieni di olio extravergine dell’oliva, olio del Terriccio ovviamente, con polvere di cavolo nero e il “manzo in pineta”, una tartare di carne servita su corteccia di pino marittimo, una bistecca primitiva, talmente saporita che addenteresti anche il legno. “Questa va mangiata con le mani” raccomanda lo chef aggirandosi tra i tavoli. E non è da meno il capriolo con ravanelli fermentati, uno di quei piatti che “così bello dispiace quasi mangiarlo”, e invece no, un attimo dopo il dispiacere è solo che nel piatto non c’è più.

Il ristorante Terraforte sarà aperto dal mercoledì alla domenica, a pranzo e a cena. Ma ospiterà anche degustazioni di vini ed eventi. Consigliato a chi vuole fare un viaggio in un’altra dimensione.

Prenotazioni a 345 876 6179