Nelle sale del Centro Espositivo Comunale di Cecina da sabato 10 settembre a domenica 21 ottobre sarà ospitata la mostra ‘orizuru645’: un viaggio nel mondo di carta di Marica Fasoli.

L’artista veronese Marica Fasoli, dopo anni di restauro e di un percorso nell’ambito figurativo iperrealista, dal 2015 ha iniziato un processo di creazione/distruzione incentrato sulla costruzione manuale, che vede il suo apice negli Origami giapponesi.

La mostra ‘orizuru645’, organizzata da ACS Art Center in collaborazione con l’Associazione Aruspicina, trae ispirazione dalla vicenda della piccola Sadako Sasaki, bambina giapponese sopravvissuta allo scoppio delle bombe atomiche di Hiroshima e Nagasaki, e deceduta anni dopo per una forma grave di leucemia provocata dalle radiazioni nucleari.
La piccola Sadako a soli 2 anni sopravvisse alla deflagrazione insieme al fratello, e negli anni successivi diventò un’atleta, ma a 11 anni si indebolì di colpo e fu ricoverata in ospedale. Il fratello le raccontò una leggenda secondo la quale chi fosse riuscito a creare 1000 orizuru (origami a forma di gru) avrebbe potuto esprimere un desiderio. Sadako iniziò a piegare la carta creando più orizuru possibile, con la speranza di poter esprimere un desiderio di pace e di salute per tutto il mondo, ponendo fine alle sofferenze e ai mali dell’umanità.
Nei mesi di ospedale realizzò le gru con qualsiasi cosa le capitasse in mano, comprese le confezioni dei suoi farmaci. Purtroppo la mattina del 25 ottobre del 1955 a soli 12 anni Sadako morì. Aveva piegato 644 orizuru. Le restanti 356 furono piegate dai suoi piccoli amici, e tutte le gru furono sepolte con lei.

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L’artista Marica Fasoli dichiara: “La carta, come le stropicciature della stoffa, sono sempre state il filo conduttore di tutto il mio percorso, sin dai primi lavori delle Scuole Medie. Cercando un’evoluzione nel mio lavoro mi sono imbattuta nella storia di Sadako, ed è stato per me un cambiamento interiore importante. La sua storia mi ha toccato nel profondo. Così ho iniziato, quasi per gioco, a piegare un origami ed aprendone uno mi si aperto anche un nuovo mondo, ed ho pensato: “Perchè non disegnare le linee geometriche che la piegatura della carta lascia?”. Come le rughe sui nostri volti, i miei lavori rappresentano lo scorrere del tempo. In Giappone, nella religione Shintoista, è molto forte il senso della vita come ciclo vitale che si ripete, si nasce e si muore per una successiva rinascita. Gli origami in Giappone sono quasi una religione e vengono definiti come una “danza delle mani”.

Il curatore della mostra, Alessandro Schiavetti, sottolinea:
Marica Fasoli è una pittrice che seguo da molto tempo e che ha svolto un percorso di crescita incredibile; è una sperimentatrice, una mente creativa oltre misura con capacità pittoriche di talento unico; il nucleo degli origami dispiegati e dipinti su carta formano geometrie complesse che ti trasportano in un vortice di sguardi e di matrici numeriche grazie alle profonde variazioni cromatiche che le sue mani riescono a trasporre nei suoi lavori. Quando parlammo insieme della storia di Sadako Sasaki, vicenda profonda e drammatica, ho deciso di scrivere al Museo della Pace di Hiroshima per creare un parallelo con la mostra. Orizuru 645 è la prima delle gru che questa bambina non ha potuto piegare, e che vorrei immaginare magicamente dall’altra parte del mondo, all’interno delle opere di questa bravissima artista”.

All’interno della mostra sarà possibile piegare un vero e proprio orizuru, una Gru di carta, che porterà con sè un messaggio o un desiderio, che verrà spedito e conservato presso l’Hiroshima Peace Memorial Museum.

Inaugurazione della mostra sabato 10 settembre, ore 17.

Orari: dal martedì alla domenica dalle 17 alle 20. Lunedì chiuso. Ingresso libero

Per informazioni: info@acsartcenter.com +39 347 032 8639