un porto di libriDopo Gli autunnali, Gli estivi e Gli invernali, lo scrittore Luca Ricci presenterà al porto di Marina Cala de’ Medici, in occasione di Un porto di libri, l’ultimo tassello della quadrilogia delle stagioni: I Primaverili.

Uscito per La nave di Teseo, sarà l’atteso appuntamento serale di sabato 2 settembre (ore 21.30, ingresso libero). Incalzato da Vittorio Cotronei, Luca Ricci farà entrare il pubblico di Un porto di libri “dentro” al romanzo che torna a indagare le passioni delle donne e degli uomini, ancora una volta raccontati nel disperato tentativo di amarsi e acciuffare la cosa più sfuggente ed emozionante di tutte: il tempo.

L’idea della quadrilogia: come è nata?
“Non c’è stata nessuna premeditazione, quindi direi che è nata un libro alla volta. Ora posso voltarmi indietro, vedere questi quattro libri e dire: sono stato un pazzo. Ma d’altronde uno scrittore deve porsi degli obiettivi un po’ folli, ambiziosi. Basta coi gialli Sellerio, su…”.

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Le stagioni sono 4: senti l’esigenza di una quinta che non c’è?
“No, per carità. Quattro bastano e avanzano! In diversi mi dicevano che dopo un progetto così lungo, che di fatto ha occupato diversi anni del mio lavoro (e della mia vita), avrei sentito mancarmi il terreno sotto ai piedi, non avrei più saputo cosa scrivere. Macché: a San Valentino del 2024 uscirò con un libro di racconti”.

I Primaverili: uno scrittore e una libraia. E si dice spesso che ci sono più scrittori che lettori. Cosa non va nel mondo dell’editoria?
“La letteratura italiana gode di ottima salute, ci sono tanti autori e opere degne di attenzione, peccato che nessuno legga più! Se gli scrittori sono più dei lettori dovremo pensare a un mercato completamente diverso per il futuro: gli scrittori compreranno i lettori”.

La scuola come può contribuire?
“La scuola deve svecchiare i programmi. Quest’anno all’esame di stato è uscita una traccia su Alberto Moravia, ma nessuno l’aveva letto. Bisogna abbracciare la modernità e spingersi fino alle scritture contemporanee. Poi bisognerebbe comunque ridurre di molte le retoriche sui presunti benefici della lettura. Parliamo piuttosto di vizio, mettiamo i giovani lettori nella condizione di sentirsi dei peccatori, dei trasgressori”.

Il libro

un porto di libriUn uomo che ha scritto un romanzo e una donna con una passione smisurata per Roland Barthes per quanto tempo possono ignorarsi se frequentano la stessa libreria di quartiere? Presto i due si baciano, in effetti, illuminati dal culto condiviso per i libri.

Sembrerebbe una storia destinata a una qualche forma di felicità, eppure la bilancia non è in perfetto equilibrio. La donna sembra custodire un mistero che è anche un dogma intoccabile del suo cuore: spurgare il sesso dall’amore, pretendere un rapporto “bianco”.

L’uomo saprà decifrare quel mistero – talvolta così fastidiosamente simile a un’imposizione – o ne rimarrà vittima? E il valore della castità, il tentativo di ritornare vergini così come si fa risalendo la corrente impetuosa di un fiume fino alla sorgente, saprà davvero purificare i sentimenti o non sarà piuttosto una capricciosa forma di idealismo? Mentre lo sbocciare della primavera romana viene descritto giorno dopo giorno nella stesura febbrile e puntigliosa di un diario intimo, la relazione dei due sembra dipanarsi soltanto per creare nodi e garbugli ancora più consistenti – come avviene spesso in amore, sempre nella vita.

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