Com’è lavorare con gli adolescenti a teatro?

“Io non so com’è non lavorare con gli adolescenti”.

Ilaria Fontanelli fa teatro con i ragazzi da più di vent’anni. Dal 2015 lo fa attraverso l’associazione Geometria delle Nuvole, e da 3 anni con i Cantieri Teatrali che Geometria delle Nuvole tiene al De Filippo di Cecina. “I cantieri non sono una scuola di teatro, non si studia un copione per poi portarlo in scena e far vedere quanto si è bravi. Sono dei laboratori. Qui non si impara a diventare attori, ma si sperimenta, si parla di se stessi attraverso il linguaggio del teatro, ci si confronta e si ascolta l’altro. E’ l’opposto di una scuola intesa come competizione”.

I cantieri stanno cominciando in questi giorni ma le iscrizioni restano aperte. Geometria delle Nuvole ne tiene cinque: bambini (elementari e medie), adolescenti (fino ai 22 anni), adulti, insegnanti e scuole. Sono gratuiti, offerti dal Comune, e si paga solo un’assicurazione annuale. Il corso dei bambini è già in overbooking, con lista d’attesa, tanto che l’obiettivo è aprirne un secondo. Un incontro a settimana e il lavoro su uno spettacolo finale, che sarà poi inserito nella rassegna estiva del De Filippo.

geometria delle nuvoleGeometria delle Nuvole nasce nel 2015. Da un gruppo di attori e formatori teatrali che hanno incrociato le loro strade altrove, in altre compagnie e progetti e città. Tutti accomunati dall’essere andati via e poi tornati qui, a Cecina e dintorni. “Ci conoscevamo, parlavamo la stessa lingua, siamo tutti tornati qui per i motivi più svariati e incrociando nuovamente le nostre strade abbiamo deciso di fonderle”. Alcuni di loro sono stati adolescenti che facevano laboratori teatrali, che sono andati via da qui per continuare un percorso di studi, e sono tornati e ora sono professionisti. Giulia Paoli adesso ha 31 anni, e faceva teatro al liceo. Così anche Sara Capanna. E ora fanno teatro con i bambini. “E sono bravissime perchè mantengono un equilibrio perfetto tra essere bambine loro stesse ed essere guide. I bambini neanche se ne accorgono che stanno costruendo uno spettacolo. Ma lo fanno, e sono bellissimi, perchè vedi il loro impegno, ma soprattutto li vedi leggeri, felici”.

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geometria delle nuvoleNon sono leggeri gli adolescenti. “Ma sono l’emozione più grande. In loro c’è conflitto, opposizione, voglia di ribellarsi ma anche creatività. Il loro rapporto con la parte emotiva è generoso”. Ilaria si emoziona ogni volta che li vede salire sul palco, ogni volta da 20 anni. E si arrabbia pure un po’ quando sente chi li giudica, generalizzando e appioppando “agli adolescenti” etichette che poi in fondo sono degli adulti più dei ragazzi. “Crescono e sentono parlare di giudizi, di voti, di profitto. Di quanto sia inutile far sentire la propria voce e sbagliato distinguersi. A un certo punto è normale che abbiano solo voglia di sottrarsi, di non partecipare. Ma l’apatia si combatte con gli stimoli e noi lo facciamo”.

geometria delle nuvolel’apatia si combatte con gli stimoli. offrendo un luogo sicuro e senza giudizi per esprimersi

I cantieri teatrali diventano così un uno spazio dove non c’è giudizio, ma dinamiche che ti fanno sentire al sicuro. E capisci che è grazie alla tua parte creativa che riesci a trasformare in poesia le cose più belle e quelle più brutte che senti. Senti di poter dire la tua. “Io mi emoziono ogni volta che li vedo, che vedo quanto impegno mettono e quanta urgenza hanno di tirare fuori qualcosa, con quanta dedizione combattono le loro paure. Li vedi che credono ofrtemente in loro stessi, e nel gruppo. E questo è meraviglioso”.

Quest’anno lavorano sull’Antigone. E alla fine, prima dello spettacolo di fine luglio, partecipano a un campus di 9 giorni. Ospitano ragazzi del Teatro delle Albe di Ravenna e quelli di Vicenza, per un training teatrale completo. I bambini invece saranno protagonisti della giornata finale del Festival del Pensare. E poi di nuovo della rassegna teatrale autunnale Sconfinamenti.

geometria delle nuvole“Con gli adulti è più difficile. Si tratta di smontare una struttura di fondo prima di costruire qualcosa, c’è meno libertà. Ma si mettono in discussione e lo fanno anche persone che teatro non lo hanno mai fatto. Perchè vogliono sperimentare”. E nei cantieri dopotutto questo si fa, si sperimenta se stessi attraverso un nuovo inguaggio.