Succede ogni anno in questo periodo. Il dubbio, legittimo forse visto che per anni siamo stati messi in guardia dai rischi del bagno dopo aver mangiato, è: ok il tuffo dopo pranzo o c’è il pericolo di una congestione? 

La prima volta che ho risposto a questo quesito è stata forse 20 anni fa. Ma inevitabilmente, ogni anno, mi viene riproposto. Ecco quindi un argomento perfetto per parlare di falsi miti e leggende della medicina!

Si tratta a tutti gli effetti di una fantomatica credenza popolare sulla temutissima patologia gastrointestinale: il blocco della digestione, o congestione digestiva (per i blogger), o congestione intestinale (per gli “specialisti”) o semplicemente congestione (per gli amici). Proviamo a fare un’analisi sarcastico scientifica di questa patologia.

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DEFINIZIONE: interruzione dei processi digestivi secondari alla presenza del freddo o ad aver bevuto qualcosa di freddo, o ad aver fatto il bagno dopo mangiato.

DIMENSIONI DEL PROBLEMA: L’Italia è l’unico paese al mondo mortificato da questa temutissima patologia. Potrebbe quindi trattarsi di una malattia endemica che per ora non ha varcato i confini della nostra nazione; infatti è sconosciuta negli arenili francesi, spagnoli, portoghesi, tedeschi, ecc, perché notoriamente non mangiano e non bevono nel periodo estivo.

FISIOPATOLOGIA Negli arenili ci sono pareri discordanti che negli anni hanno portato a 2 teorie.

Teoria n. 1 Dopo mangiato, il sangue affluirebbe copiosamente verso lo stomaco e l’intestino, per facilitare la digestione. Se, in questa fase “delicata”, ci s’immerge in acqua, il sangue si sposterebbe verso la superficie del corpo perché lo sbalzo di temperatura lo spingerebbe in questa direzione, provocando dunque il famigerato blocco.

Teoria n. 2 (più gettonata, da veri specialisti) Dopo mangiato, il sangue affluirebbe copiosamente verso lo stomaco e l’intestino, per facilitare la digestione. Se, in questa fase “delicata”, si beve qualcosa di ghiacciato o ci s’immerge in acqua, il sangue affluirebbe verso lo stomaco (congestione), per contrastare lo sbalzo di temperatura venendo a mancare per la vascolarizzazione degli altri organi e apparati.

COMMENTO: Eh sì! Il nostro organismo nonostante secoli di adattamenti, sembrerebbe impossibilitato a contrastare questa grave evenienza: la presenza dell’acqua. Questo nemico invisibile che ci ha accompagnato durante l’età gestazionale e che occupa ¾ del pianeta e del nostro corpo, si ribella al suo sfruttamento e determina un’incapacità al sistema circolatorio di vascolarizzare gli organi e gli apparati, per poi ravvedersi solo in alcuni casi e punirci con qualche sintomo.

SINTOMI Pallore, sudorazione fredda, senso di crampi allo stomaco, nausea, offuscamento della vista, quasi svenimento, svenimento.

Ma cosa dice la scienza (quella vera!)? Non c’è traccia di correlazione tra digestione e annegamento

Nella letteratura medica internazionale (oltre alla laurea in medicina, partecipo da oltre 20 anni a tutti i congressi mondiali sull’annegamento) non si trova alcun riferimento all’esistenza del blocco intestinale, congestione ecc. e tantomeno correlazioni tra fase digestiva e annegamento. Un documento di consenso prodotto dall’International Lifesaving (organo di ILCOR per lo studio dell’annegamento) ha negato l’esistenza della congestione, fregandosene di tutte le evidenze di giornaloni scientifici come donna anziana, vita di mamma, viva la d’urso, meno vivo l’anziano, meglio il cane dell’uomo, ecc

congestione in acquaE ALLORA COSA SUCCEDE REALMENTE? In medicina termini quali, quasi svenimento o svenimento, vengono indicati tecnicamente con presincope e sincope. Questi sono un eterogeneo gruppo di condizioni nelle quali i riflessi cardiovascolari, che normalmente intervengono nel mantenimento dell’adeguata funzionalità circolatoria, diventano iperattivi causando una diminuzione della frequenza cardiaca e un abbassamento della pressione arteriosa, tali da provocare i segni e i sintomi che erroneamente sono descritti nelle famose alterazioni delle fasi digestive (blocchi e congestioni), ma che in realtà poco hanno a che fare con essa.

Nella maggior parte dei casi sono dovute a stress emotivo, protratta posizione in piedi, ipersensibilità del seno carotideo, stimolazione gastrointestinale (deglutizione, defecazione, dolore viscerale), post prandiale (tipica dell’anziano), minzione, ecc. Leggete bene: deglutizione e minzione (fare la pipì) per cui vietatissimo spisciacchiare o deglutire in acqua (chi lo ha fatto, è vivo per miracolo!)

E IN ACQUA PU0’ SUCCEDERE?
Noooooooooooooooo

PERCHE’?
Perché in acqua abbiamo la protezione offerta dalla pressione idrostatica che consente:
-aumento della pressione negativa nei polmoni
-aumento del ritorno venoso al cuore
-aumento della portata cardiaca (32-66%)
-aumento della pressione arteriosa (siiiiiiii).

Quindi, i vostri figli possono tuffarsi dopo aver mangiato? Sì! Se però vi fa comodo, potete continuare a usarla come scusa per farli restare un paio d’ore a riposarsi.

bada che doc
Riccardo Ristori è medico di emergenza urgenza, direttore scientifico di Salvamento Academy, autore di numerosi manuali sul primo soccorso pediatrico che sono alla base di corsi di formazione.
Questa è la rubrica Bada che Doc: se avete domande o curiosità o temi da proporre potete scrivere a redazione@badali.news o contattarci sui nostri social!