Urina sulle lesioni da medusa per ridurre l’infiammazione: funziona davvero? Sono tantissime le credenze popolari che si tramandano di generazione in generazione ma che non hanno in realtà alcun fondamento scientifico. Basta pensare alle famose “tre ore prima di fare il bagno se si è mangiato per non incorrere nel rischio congestione”, di cui abbiamo parlato nell’ultima puntata di Bada che Doc. (Ve lo siete persi? Eccolo!)

Medusa e urina. Partiamo dall’inizio. Alcune specie di questi invertebrati determinano dolorose lesioni cutanee mediante i tentacoli, che rilasciano sulla cute e sulle mucose organuli pungenti detti “nematocisti”.

l’urina funzionerebbe perchè, si dice, contiene ammoniaca. Ma non è (quasi) mai vero!

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L’urina è ritenuta una potentissima neutralizzatrice delle sostanze velenose emesse dalla medusa, poiché conterrebbe ammoniaca. Purtroppo per avere ammoniaca nell’urina occorre una malattia; normalmente la funzionalità epatica trasforma l’ammonio (tossico per il cervello) in urea, che poi raggiunge il rene e viene eliminato con le urine.

Questa è una prima complicazione per le cure da spiaggia, che però si potrebbe risolvere andando a ricercare per la spiaggia qualche persona con malattia epatica o con un’infezione delle vie urinarie disposta a spisciacchiare sul molto malcapitato.

Alcuni consigli per trattare le lesioni cutanee da medusa, impopolari sugli arenili e ancora meno tra le “cure fai da facebook”, ma condivisi solo dalla scienza medica sono:
• Indossate i guanti di protezione;
• Non lavate la pelle con acqua dolce, solo con acqua di mare per rimuovere il grosso dei tentacoli (se presenti);
• Asciugate la parte, evitando di sfregare la cute;
Lavate la parte lesa con acqua calda per circa 20 minuti;
• Applicate acido acetico al 4-6%, oppure gel al cloruro di alluminio;
• Tenete la parte urticata all’ombra.
• Evitate l’utilizzo di pomate al cortisone, potrebbero creare lesioni estetiche da depigmentazione.